8 Luglio 2025

Senza Un Ordine Preciso: Il Mio Viaggio Caotico nel Mondo delle AI Musicali

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ai generativa per la musica

Se c’è una cosa che rappresenta perfettamente il mio approccio alla vita è proprio il nome di questo blog: “senza un ordine preciso“. Caos creativo, disordine organizzato, o semplicemente incapacità di seguire schemi predefiniti – chiamatelo come volete, ma questa è la mia… essenza? Insomma, sono disordinato.

L’incontro con Suno e Riffusion: amore a prima nota

La mia avventura è iniziata prima con Suno e successivamente con Riffusion, due strumenti di intelligenza artificiale generativa fra i tanti che mi hanno subito conquistato per la loro semplicità. Inserisci un prompt, premi un su “generate” o “create” e boom – hai una canzone. Per uno che riesce a perdere le chiavi mentre le tiene in mano, questa facilità di tradurre in musica le proprie idee non essendo autore o musicista, è stata una rivelazione!

La prima richiesta? Ovviamente qualcosa che rispecchiasse il mio essere caotico e disordinato. Ne è uscita una canzone sorprendentemente coerente con lo stile che volevo darle. Caso o fortuna? Amando la musica ska e i suoi derivati, ho ottenuto un brano ridicolmente perfetto che mi caratterizza in modo impressionante, soprattutto ai concerti dove:

Quando tutti ballano, io sono fermo come un palo” (è parte del ritornello!)

Un paradosso vivente: amo la musica che fa ballare tutti, ma io resto lì in mezzo, immobile. Tuttalpiù riprendo con lo smartphone. Il secondo esperimento è stato ancora più meta: una canzone intitolata proprio “Senza un ordine preciso”, un perfetto ritratto sonoro di una persona che vive in una sorta di anarchia del disordine.

La USS Enterprise balla ska fra un quadrante e l’altro

E come potevo non sfruttare questi due strumenti per unire due delle mie più grandi passioni: la musica ska e Star Trek? Così ho pensato a “Spazio Finale”, un’avventura musicale dove l’Enterprise di Picard si concede un viaggio all’insegna del puro cazzeggio intergalattico.

Immaginatevi la scena: Picard, con la sua tazza di Earl Grey caldo ben salda in mano, che ordina distrattamente “Engaged!” (o “make it so!” per citare il testo) mentre sorseggia con aristocratica nonchalance. Nel frattempo, sul ponte ologrammi, Data sta cercando di imparare i passi di rocksteady con quella sua precisione robotica che lo rende paradossalmente il ballerino più goffo della galassia.

E Riker? Lui è lì che soffia nel suo trombone come se fosse Rico Rodriguez dei The Specials. Ne è uscito un rocksteady con accenti dub bellissimo e godibilissimo, anche se sto ancora lavorando su alcune variazioni stilistiche. Oltre che caotico e disordinato, sono anche pignolo. Che immagine!

Se in “Spazio Finale” l’equipaggio dell’Enterprise si concedeva un viaggio tranquillo nonostante lo sguardo minaccioso dei Klingon incrociati lungo la rotta, in “Klingon Skank” sono proprio i guerrieri dalla fronte corrugata a prendersi la scena, cantando il loro orgoglio, che capiscono solo loro, a ritmo di ska. Un pezzo che, tolto il cantato, potrebbe tornare utile come introduzione strumentale per un album o l’inizio di un concerto live. 

I “Chilhavisters” e le battute surreali

Ma il caos creativo non si ferma ai confini della galassia! Rimanendo sulla Terra, un altro esperimento nato dalla collaborazione tra la mia mente disordinata e l’IA è “Chilhavisters”, un pezzo ispirato ai commenti su Twitter/X del programma “Chi l’ha visto?”.

Lo stile? Uno ska piuttosto veloce che potrebbe causare attacchi d’ansia agli ascoltatori poco allenati, e scomparire senza volersi far ritrovare. Una nota tanto surreale quanto divertente del brano è data da una battuta che mi ha fatto capottare: il cane molecolare che, in pieno servizio, si distrae per rubare un kebab e scappare. Una battuta partorita da ChatGPT così ben riuscita da sembrare autentica.

E per non far sentire trascurata nessuna rete televisiva, ho anche pensato a “Quartograders”, un tentativo di versione “par condicio” rispetto a “Chilhavisters”, ma dedicato a “Quarto Grado” di Rete4. Uno ska alla Madness notevole che però non ha sortito riferimenti diretti al programma, se non il tormentone “mi viene Chienti”. Ma anche qui il paradosso: è un riferimento di “Chi l’ha visto?”!

Quando il caos diventa un’ulteriore spunto: gli errori metrici nelle canzoni AI

Con il passare del tempo, ho notato un aspetto esilarante: a volte il testo generato dall’IA o scritto dall’autore non è coerente con la metrica, creando degli svarioni linguistici che sembrano provenire da un universo parallelo.

Forte di questa scoperta e ispirato da un mio precedente esperimento con una canzone in simlish (la lingua inventata del gioco The Sims) che potrebbe gareggiare all’Eurovision, ho deciso di fare un passo avanti. Ho buttato giù un mio testo con alcuni interventi di ChatGPT, dedicato proprio agli errori metrici che Suno e Riffusion commettono.

La base musicale di “Cos’è sta roba!” sembra uscita direttamente dal repertorio dei Bad Manners (quelli che negli anni ottanta sono stati ospiti al Festival di San Remo e il cantante ha mostrato il sedere), ma il vero capolavoro è arrivato verso la fine della canzone: proprio mentre prendevo in giro l’IA per i suoi errori di metrica, sono comparsi degli autentici errori metrici che hanno reso il pezzo ancora più ska!

Questi scivoloni hanno creato un effetto simile a un tipico toasting ska che va perfettamente a tempo, ma dove è impossibile capire cosa venga effettivamente cantato. Una bellissima coincidenza stilistica!

La meta-ironia del caos che trova ordine nel disordine

Che cosa c’è di più “senza un ordine preciso” di una canzone che critica gli errori metrici commettendo errori metrici? Siamo alla meta-ironia, è il serpente che si morde la coda, è il caos che trova il suo ordine proprio nel disordine. Momenti di autenticità e divertimento, anche se involontari.

Prossimamente, se riesco, condividerò un po’ di materiale citato… forse. E qui si cade sulla procrastinazione caotica, tema per cui è in cantiere un brano.

Skank long and prosper!

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